Cari amici, Khenpo Jigmed Wangchuk, l’abate del monastero Kurtoe Khojung in Bhutan ci ringrazia di cuore: abbiamo inviato ad agosto 1’200 dollari per acquistare scarpe, vestiti e cibo per una quarantina di monaci che stanno studiando.
Nella lettera (qui sotto) l’abate spiega che sono immensamente grati per questa donazione che permette alla ‘famiglia’ del monastero di sostentarsi in questo difficile periodo. Un aiuto che per loro fa la differenza. Vestiti e cibo sono stati acquistati e presto saranno consegnati ai monaci.
È in una parte remota del Paese, a due giorni di viaggio in auto dalla capitale Thimphu.
600 dollari sono stati donati nel 2021 per i lavori di costruzione della nuova biblioteca. Si tratta della più grande scuola monastica buddista in Bhutan, dove studiano centinaia di monaci.
Il Bhutan, che conta 800mila abitanti, dove quasi tutta la popolazione è vaccinata, ha riaperto da ottobre il turismo (la principale entrata economica del Paese) imponendo a chi entra 2 settimane di quarantena. Non c’è proprio la fila. Le 50mila persone impiegate nel turismo in Bhutan, da 2 anni senza impiego a causa della pandemia, ricevono 150 euro al mese dal Governo. Meglio di nulla ma chi vive in città non ci paga nemmeno l’affitto. Molti hanno lasciato la capitale per avviare attività di agricoltura, dove però il grosso problema è saper vendere i propri prodotti, il marketing è il tallone d’achille del settore. Inoltre la manodopera indiana che costruisce case e strade è stata bloccata fuori dai confini per due anni, come tutto il materiale da costruzione. Vari giovani bhutanesi stanno trovando lavoro nel settore della costruzione.
L’associazione ha aiutato nel 2021 (con 200 dollari) le monaca Dolma Yangki. Terminati gli studi, sta facendo un periodo di ritiro con altre due ‘colleghe’. Non avevano i soldi per acquistare cibo e affittare la struttura.